Nel 1200 si sviluppa in Italia e nella Francia del sud la poesia cortese, cioè una genere di poesia che nasce nelle corti, dove in quel periodo avviene una rinascita dei generi letterari e della cultura in generale, e in certe corti più che in altre avviene questo rifiorire di lettere e arti, come ad esempio alla corte di Federico II di Svevia in Sicilia, che si circonda di poeti, scrittori, letterati, scienziati, studiosi, e la sua corte è una delle più colte e raffinate d'europa in quel periodo.
Abbiamo infatti il gruppo dei poeti siciliani, che insieme a quelli dell'area della Provenza e della Francia meridionale costituiscono l'espressione migliore della poesia d'amore dell'epoca.
Le origini di questa lirica però vengono dai trovatori provenzali, che elaborano una teoria d'amore improntata ai valori cavallereschi: il cavaliere indirizza parole e versi a una dama d'alto rango, spesso la donna del signore. Nelle corti feudali della Francia meridionale era usanza ed espressione di animo nobile e di doti cavalleresche anche esprimere il proprio amore in modo anche formale per la dama del castello che spesso era la moglie del i vassalli ammettevano la proprietà privata del signore, moglie compresa, solo se questi li rendeva liberalmente partecipi .
La parola corteggiamento deriva proprio da corte e significa appunto un amore misurato, elegante, discreto: i vassalli ammettevano la proprietà privata del signore, inclusa la moglie, solo se questi li rendeva liberalmente partecipi.
La poesia cortese è una poesia d'amore, nella quale il cavaliere si rivolge alla dama, che è quasi sempre irraggiungibile, e le svela tutto il suo amore, che è platonico, ed è ricco di tensione amorosa e di elogi per la donna amata.
L'amor cortese è un amore idealizzato, la donna è una donna spesso irraggiungibile e di cui il poeta canta la bellezza e le doti interiori.
Un teorico di questo tipo di amore è Andrea Cappellano che nel suo galateo d'amore, raccomanda di adattare lo stile del corteggiamento al rango sociale della donna. Non mancano anche versi ironici e più irriverenti come quelli della poesia di Cielo d'Alcamo, dove il matrimonio nella poesia rappresenta solo una falsa promessa cui può ricorrere il seduttore, come nel Contrasto di Cielo d'Alcamo, un poeta giullare che scriveva poesie parodie sul tono delle poesie d'amor cortese dei poeti siciliani.
Amore, sesso e matrimonio sono congiunti, invece, in un testo folclorico dei Memoriali bolognesi.